La vitiligine, soprattutto per il disagio personale che procura, non va trascurata o
celata. E’ bene rivolgersi ad uno specialista dermatologo per stabilire i
trattamenti più indicati per il caso specifico. E’ vero che la vitiligine è
cronica, che non può essere sconfitta in maniera definitiva, ma esistono alcune
cure in grado di migliorare la situazione.
Fototerapia a banda
stretta
Oggi la terapia d’elezione nella vitiligine è la fototerapia a raggi Uvb a
banda stretta (narrow band). Il termine banda stretta significa che la
lunghezza d’onda del raggio ultravioletto è limitata a 311 nm (nanometri),
curativa della vitiligine.
Questo trattamento si basa sull’utilizzo di lampade che emettono gli
ultravioletti alla frequenza e lunghezza desiderata. In pratica, bisogna
esporre ai raggi Uvb le sedi da trattaer, per pochissimo tempo, da pochi
secondi a pochi minuti in relazione al fototipo (carnagione chiara o scura). In
genere, si effettuano due o tre sedute alla settimana. Il periodo di cura varia
da caso a caso. Solitamente è di circa tre mesi, ai quali seguono delle sedute
di mantenimento.
I risultati sono variabili. Di solito, le lesioni del viso, specie delle
palpebre, rispondono in modo eccellente, mentre la zona delle gambe può essere
più resistente. Se compaiono piccoli puntini scuri sulla macchia bianca non
bisogna preoccuparsi: è un segno di risposta positiva alla terapia.
Farmaci
In alcuni casi è utile associare alla fototerapia l’applicazione locale di
creme a base di tracolimus o pimecrolimus, immunomodulatori che tendono a
ridurre la risposta immunitaria nelle aree cutanee dove si localizza la
vitiligine.
Il medico può prescriver anche farmaci che stimolano la produzione di melanina,
come corticosteroidi o cortisonici per uso locale (topici), da usare a cicli di
alcuni mesi. Si possono associare alla vitamina H1 (acido paraminobenzoico) e
al betacarotene, che potenziano i risultati.
Cosmetici e integratori
A livello locale si possono utilizzare anche le sostanze cosmetiche coprenti,
inclusi i cosiddetti “autoabbronzanti”, come il diidrossiacetone o
l’eeritrulosio. Si tratta di prodotti che aiutano a protegger la cute e, al
tempo stesso, a mascherare gli inestetismi.
Fra gli integratori, i migliori risultati si hanno con l’ubichinone, il selenio
e la vitamina E.
Trapianto di pelle
sana
Si tratta di un trattamento più invasivo rispetto ai precedenti. Consiste
nell’asportazione delle chiazze chiare e, nel trapianto, in queste stesse zone,
di pelle normalmente pigmentata e prelevata da altre parti sane del corpo.
Il trapianto non è sempre efficace: il pigmento della pelle sana tende a
scomparire col tempo. Inoltre, può anche dare origini a cicatrici.
Il laser a eccimeri
Si tratta di un laser che emette un raggio ultra concentrato di luce Uv,
diretta unicamente sulle chiazze di vitiligine, senza interessare i bordi.
Stimola la produzione di melanina senza effetti collaterali.